2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Offendere via Facebook, o attraverso qualsiasi altro social netwok, può costare caro.
Giustamente.
Con la sentenza n. 50 del 2 gennaio 2017 della Corte Suprema di Cassazione, si è fatto un primo passo, si spera, verso la sensibilizzazione di molti utenti che considerano il web uno spazio in stile Far West nel quale dare sfogo a qualsiasi istinto, forti di una importante componente di anonimato o presunto tale.
Vi sono moltissimi esempi di persone che, dietro un monitor, si sentono libere di dare sfogo a modi incivili e spesso gratuiti, tenendo comportamenti che mai adotterebbero de visu.
I social network sono però molto diversi dalle piazze virtuali più in uso in passato, dove ci si iscriveva con nick difficilmente riconducibili ad una persona: oggi ci si iscrive con nome, cognome e una grande varietà di foto a corredo, rendendo di fatto univocamente identificata la persona che scrive e, in generale, "posta".
La Corte di Cassazione ha ritenuto applicabile l'articolo 595 del Codice Penale in caso di diffamazione qualora il reato sia commesso sui social network.
Cosa dice la legge, Capo II: DEI DELITTI CONTRO L’ONORE, articolo 595 del Codice Penale:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente*, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2.065. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
* Con articolo precedente, si intende il numero 594 che riguarda l'ingiuria:
Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 516.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
La pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a euro 1.032 se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone.
La pena prevista consiste nella reclusione da 3 mesi a 6 anni, oppure una multa non inferiore a 516 Euro.
Cerchiamo di spiegare in parole semplici: sono ritenuti delitti contro l'onore l'ingiuria (depenalizzata recentemente), la diffamazione e la calunnia (quest'ultima esclusa dal nostro caso specifico).
L'ingiuria consiste nell'offesa all'onore o al decoro di una persona presente, mentre diventa diffamazione quando la persona offesa non è fisicamente presente e l'offesa avviene comunicando con più persone, ledendone comunque l'onore o il decoro.
Insultare una persona via Facebook viene quindi considerata diffamazione perché vi è assenza fisica della persona, che diventa aggravata perché "l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico", estendendo quindi la diffamazione ad un pubblico che può essere potenzialmente vastistissimo (Facebook ha un milardo e 790 milioni di utenti attivi mensilmente, dati novembre 2016).
La pena prevista, qualora il diffamato decidesse di procedere legalmente vincendo la causa, consiste nella reclusione da 3 mesi a 6 anni, oppure una multa non inferiore a 516 Euro.
Un messaggio chiaro quindi, un primo passo verso una auspicabile consapevolezza che non tutto è possibile dietro a un monitor.
fonte: hwupgrade
Giustamente.
Con la sentenza n. 50 del 2 gennaio 2017 della Corte Suprema di Cassazione, si è fatto un primo passo, si spera, verso la sensibilizzazione di molti utenti che considerano il web uno spazio in stile Far West nel quale dare sfogo a qualsiasi istinto, forti di una importante componente di anonimato o presunto tale.
Vi sono moltissimi esempi di persone che, dietro un monitor, si sentono libere di dare sfogo a modi incivili e spesso gratuiti, tenendo comportamenti che mai adotterebbero de visu.
I social network sono però molto diversi dalle piazze virtuali più in uso in passato, dove ci si iscriveva con nick difficilmente riconducibili ad una persona: oggi ci si iscrive con nome, cognome e una grande varietà di foto a corredo, rendendo di fatto univocamente identificata la persona che scrive e, in generale, "posta".
La Corte di Cassazione ha ritenuto applicabile l'articolo 595 del Codice Penale in caso di diffamazione qualora il reato sia commesso sui social network.
Cosa dice la legge, Capo II: DEI DELITTI CONTRO L’ONORE, articolo 595 del Codice Penale:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente*, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2.065. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
* Con articolo precedente, si intende il numero 594 che riguarda l'ingiuria:
Chiunque offende l'onore o il decoro di una persona presente è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 516.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa.
La pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a euro 1.032 se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato.
Le pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza di più persone.
La pena prevista consiste nella reclusione da 3 mesi a 6 anni, oppure una multa non inferiore a 516 Euro.
Cerchiamo di spiegare in parole semplici: sono ritenuti delitti contro l'onore l'ingiuria (depenalizzata recentemente), la diffamazione e la calunnia (quest'ultima esclusa dal nostro caso specifico).
L'ingiuria consiste nell'offesa all'onore o al decoro di una persona presente, mentre diventa diffamazione quando la persona offesa non è fisicamente presente e l'offesa avviene comunicando con più persone, ledendone comunque l'onore o il decoro.
Insultare una persona via Facebook viene quindi considerata diffamazione perché vi è assenza fisica della persona, che diventa aggravata perché "l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico", estendendo quindi la diffamazione ad un pubblico che può essere potenzialmente vastistissimo (Facebook ha un milardo e 790 milioni di utenti attivi mensilmente, dati novembre 2016).
La pena prevista, qualora il diffamato decidesse di procedere legalmente vincendo la causa, consiste nella reclusione da 3 mesi a 6 anni, oppure una multa non inferiore a 516 Euro.
Un messaggio chiaro quindi, un primo passo verso una auspicabile consapevolezza che non tutto è possibile dietro a un monitor.
fonte: hwupgrade
"il vostro idealismo e la vostra visione utopica della WWE mi commuovono" cit#1
"guardare/commentare un prodotto che sai benissimo cosa ti offre e poi lamentarsene perché il risultato non ti piace/soddisfa è da stupidi" #2
"guardare/commentare un prodotto che sai benissimo cosa ti offre e poi lamentarsene perché il risultato non ti piace/soddisfa è da stupidi" #2
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Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Ho paura del carico di coglioni che sbraiteranno "ti denuncio"
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Con queste regole avrei potuto già denunciare un centinaio di persone...
Speriamo che segnino davvero la fine di tutti i troll aggressivi, volgari e maleducati che ci sono in giro.
Speriamo che segnino davvero la fine di tutti i troll aggressivi, volgari e maleducati che ci sono in giro.
2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Temo per colo che la cosa si scontrerà con la superefficiente burocrazia italiana ergo spesso ti passerà la voglia di denunciare dopo aver fatto tipo il 10% del percorso
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Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Colosso fai il pieno di avvocati
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2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
A partire da JH18Colosso ha scritto:Con queste regole avrei potuto già denunciare un centinaio di persone...
Speriamo che segnino davvero la fine di tutti i troll aggressivi, volgari e maleducati che ci sono in giro.
Che peraltro sperava nella tua morte durante la dipartita a giugno 2016 :€
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Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Il posto giusto di tutti i troll è proprio la galera. Sono cattivi dentro, sadici e non sanno stare in una comunità.mrk-cj94 ha scritto: A partire da JH18
Che peraltro sperava nella tua morte durante la dipartita a giugno 2016 :€
2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Concordo €:
"il vostro idealismo e la vostra visione utopica della WWE mi commuovono" cit#1
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Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Ma figuratevi, chi nasce tondo non muore quadrato, nemmeno se c'è il denaro di mezzo. E oltretutto finche la madre degli idioti continuerà ad essere incinta...come vedete la mia Epifania 2017 è piena di bontà LOL
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Ho studiato il fenomeno con molta attenzione. Io penso che la figura del troll sia puramente una gimmick. Il Web é un universo complicato e variopinto, quindi per una sorta di salvaguardia personale o autodifesa che dir si voglia, viene creato dalla persona uno scudo virtuale, ci si immedesima in un personaggio con il proprio character e le sue sfaccettature. Il troll trae godimento nel seminare zizzannia ed offendere, un modus operandi non convenzionale, certamente deplorevole, che peró fortifica ed alimenta l'ego del troll stesso ogni qualvolta riceve una risposta o comunque attenzione. In ogni caso reputo piú pericoloso il flamer (due profili simili ma diversi tra loro), il suo cyber bullismo é piú aggressivo, bellicoso e veemente.
2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Okay non é BigMan, il vero Biggie almeno 3/4 errori di grammatica ce li avrebbe buttati dentro
Man is least himself when he talks in his own person. Give him a mask and he will tell you the truth -Oscar Wilde-
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Non saprei dire bene la differenza fra troll e flamer.
Un troll è uno che non è interessato alla discussione di per sè ma cerca di colpire gli utenti con offese e insulti personali, oppure con un modo di fare aggressivo, maleducato, volgare e indisponente.
Un flamer dovrebbe essere qualcuno che porta inutilmente in caciara la discussione rimanendo però nell'argomento della stessa.
Sono entrambi persone molto brutte, ma reputo peggiore la prima tipologia.
Un troll è uno che non è interessato alla discussione di per sè ma cerca di colpire gli utenti con offese e insulti personali, oppure con un modo di fare aggressivo, maleducato, volgare e indisponente.
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2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Per le cose serie si aspettano ANNI.
Figuratevi ste cose.
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Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Senza contare che, per ogni denuncia seria, ce ne saranno almeno dieci per IDIOZIE. Ci metto la mano sul fuoco...
The single most important thing that separate the men from the boys is respect!
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Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Con il livello di ANALFABETI FUNZIONALI che abbiamo in Italia, sarà già difficile che siano in grado di realizzare una denuncia sensata
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Mi ripresento: mi chiamo Sebastiano, ho 28 anni e sono un grande appassionato di Wrestling sin da bambino. Conduco una vita triste, faccio un lavoro noioso e porto avanti una relazione sentimentale complicata e convulsa. Tralascio invece i dettagli sulla mia stabilitá mentale.TiaRota99 ha scritto:Okay non é BigMan, il vero Biggie almeno 3/4 errori di grammatica ce li avrebbe buttati dentro
Il piacere é tutto mio.
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Penso che una vita triste sia un po' il requisito di tutti gli appassionati di wrestling (o di fumetti) . Chi fosse pienamente felice e realizzato non avrebbe tempo di dedicarsi a questi hobby. Le passioni dell'italiano medio sono solo donne, motori e calcio...
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Beh non è vero...almeno per quanto mi riguarda (a meno che non consideri i ragazzi)Colosso ha scritto:Penso che una vita triste sia un po' il requisito di tutti gli appassionati di wrestling (o di fumetti) . Chi fosse pienamente felice e realizzato non avrebbe tempo di dedicarsi a questi hobby. Le passioni dell'italiano medio sono solo donne, motori e calcio...
Alla fine seguendo solo la WWE non devo occupare tanto tempo della settimana per seguire, appena torno a casa da scuola il Martedi, Mercoledi e Giovedì mi metto a guardare la puntata settimanale di Raw-Sd-NXT e poi sono libero, poi ogni tanto faccio un giro sul sito di notizie o sul forum e bona.
Re: 2/1/2017: la morte dei troll sui social in Italia
Beh ma ti ho visto dire che non sei un appassionato a livello nerdistico. Io sono un fan del tipo "wrestling = massima gioia della mia vita".WWW ha scritto: Beh non è vero...almeno per quanto mi riguarda (a meno che non consideri i ragazzi)
Alla fine seguendo solo la WWE non devo occupare tanto tempo della settimana per seguire, appena torno a casa da scuola il Martedi, Mercoledi e Giovedì mi metto a guardare la puntata settimanale di Raw-Sd-NXT e poi sono libero, poi ogni tanto faccio un giro sul sito di notizie o sul forum e bona.