Io però non sono d’accordo al 100%. Cioè, è ovvio che se avessero messo Mosh e D’Lo Brown a fare il feud tra Stone Cold e The Rock la rivalità sarebbe venuta fuori in modo diverso e sarebbe stata molto meno avvincente e interessante. Allo stesso tempo però dico che in questi ultimi anni (e qui parlo della WWE fino al 2017/inizi 2018, quando ho smesso di guardare) ci sono stati dei personaggi interessanti, Wyatt, Ambrose, lo stesso Daniel Bryan, ma di storie memorabili io non ne ricordo. È vero, quella tra Bryan e Triple H è stata divertente da seguire, Bryan ha ottenuto un grande riscontro da parte del pubblico, eppure gli ascolti rimanevano gli stessi (bassi) ogni settimana, o addirittura scendevano. E qui non venitemi a dire che il motivo è che Bryan era piccolino, semplicemente era l’ennesima storia “Capo cattivo vs Ribelle”. Quindi se credo, e qui sono d’accordo con voi, che il buon personaggio sia un buon punto di partenza e faciliti fortemente il lavoro, credo anche che il buon personaggio vada impiegato in qualcosa di importante. Perché il pubblico si può affezionare al bel personaggio (io con Wyatt), ma se poi quel personaggio fa e dice le stesse cose per anni ad un certo punto i cosiddetti ti iniziano a girare.andreawarrior ha scritto:Possiamo mettere questa frase nella homepage di tutti i siti e forum di wrestling?Marco Frediani ha scritto: Più che storie direi personaggi. Se hai bei personaggi le storie si scrivono da sole. Se hai un roster anonimo può esserci anche Stephen King a scrivere, resteranno sempre anonimi.
Siamo passati da una fase della fase WWE pre-2007 in cui anche le storie della mid-card venivano costruite in modo incredibile, ad una fase in cui anche i main event di Wrestlemania vengono costruiti senza logica e sempre seguendo i soliti schemi, che i fan ricordano e di cui i fan sono annoiati. Nella rivalità tra Bryan e l’Authority senza nemmeno leggere gli spoiler io sapevo perfettamente cosa sarebbe successo e cosa avrebbero detto al microfono.