Steam ha scritto:Certamente non mi riferivo a qualcosa di razionale neanche quando associavo le grida al canto, ma appunto parlavo di reale, non di simbolico. Te invece ne fai un discorso simbolico come se il simbolo fosse semplicemente sepolto, dimenticato dalla ragione, ma è veramente questa l'esperienza del misogino? Non è piuttosto quel contatto col vuoto, coll'assenza di logica, colla cecità, quel dono che solo una zoccola può darti, a originare l'esperienza e indirizzare ogni altra risposta? Allora questa piacevolezza ha più a che fare colla ripetizione di quell'estremo godimento che prova il misogino nel rispondere al dono, cioè picchiare una donna e sentire le sue urla
Ah frà, 'sti pensieri sono quelli che mi tengono sveglio la notte.
Più che parlare di simbolo sepolto, io credo (è un'opinione personale quindi qui non ho la scienza dalla mia parte. L'unica "prova" è che il pensiero cosciente arriva dopo la scarica elettrica nel cervello, ma sappiamo da un botto anni che post hoc non è uguale a propter hoc) che in realtà non vi sia una reale distinzione fra realtà e pensiero simbolico ma che il secondo sia soltanto una categoria logica.
Visto che il pensiero, possiamo dire, oltre ad essere un'elaborazione della realtà "esterna" (sì, ho fatto il classico e parlo comunque una chiavica. #terrone) è anche un prodotto di questa, per me la forza "creatrice" che da Cartesio in poi viene data al pensiero in realtà non esiste, il simbolo è una risposta specifica a un bisogno corporeo, come lo è la sete. Per me neanche è cieco, ma è costruito e direzionato funzionalmente.
In questo senso anche le funzioni superiori del pensiero come il libero arbitrio e il giudizio critico sono risposte funzionali a problemi posti dall'ambiente.
Quindi più che automatici e ciechi io direi che sono "direzionati", come l'arbitraggio in Serie A quando gioca la Juve.
Il godimento cieco del misogino lo vedo come espressione di potere attraverso la distruzione, è la sensazione di potere che dà sentimenti positivi e sappiamo che anche nel cieco disprezzo ogni fantasia di potere ha due aspetti: oltre alla distruzione assumiamo il controllo, introiettiamo in noi stessi la parte buona dell'oggetto che distruggiamo, sia mangiandolo (non è difficile ipotizzare che sia la base delle fantasie "cannibalistiche" nonché una parte del piacere che proviamo nello sfamarci) che assumendolo sotto altre forme. Magari con una canzone.