Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Discuti qui di tutto quello che vuoi inerente al wrestling. Per la WWE è SPOILER (e quindi va segnalato accuratamente) tutto ciò che non sia stato ancora trasmesso da Sky Italia. Per le altre federazioni è SPOILER quanto non sia stato ancora trasmesso in TV negli USA.
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ryogascorpio
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Grazie Colo per la info.
Proseguiamo dunque

WRESTLEMANIA 12 (seconda parte)

Commentare i match del becchino (come quelli di Warrior o in futuro di Eddie Guerrero) è per me particolarmente complicato perché spesso il cuore prende il posto della penna virtuale. Ma forse al contrario sono quelli in cui riesco a essere piu’ me stesso e non mi faccio prendere per l’antipatia per questo o quel wrestler.
Ad ogni modo questo match della streak rappresenta in un certo senso un crocevia. Perché finora Undertaker a Wrestlemania aveva affrontato avversari o decisamente meno quotati di lui o comunque con uno status non paragonabile al suo (fatta eccezione forse per la meteora Gonzales), ma soprattutto mai erano stati ex campioni del mondo come invece Diesel. Un Diesel che in quel periodo era tra i wrestler piu’ dominanti di sempre, tra eliminazioni alla royal rumble o vittoria lampo del titolo mondiale su Backlund. Nonostante fossimo solo a metà anni 90, qui per la prima volta vediamo un Callaway un po’ piu’ umano, che regala espressioni facciali piu’ vicine al Taker odierno. Intendiamoci a me l’umanizzazione di Undertaker concettualmente ha sempre fatto schifo, ma è innegabile che al livello di stotyrelling un becchino inarrestabile ti da pochi appigli narrativi, mentre un Undertaker in difficoltà è per certi versi piu’ affascinante. E contro Kevin Nash qui il Phenom in difficoltà ci va eccome. Nella prima parte di match i due si scambiano colpi lenti e pesanti come da repertorio, anche se vista la stazza di Diesel è Taker a fare la parte di quello rapido. Per tutta questa fase l’incontro è piuttosto basico e sembra non meritare il palcoscenico di Wrestlemania. La cosa si fa interessante quando Diesel connette la Jackknife Powerbomb, una mossa che non ho mai particolarmente amato, in quanto preferisco molto di piu’ la versione accompagnata/schiacciata a terra di Batista. Va detto però che ricevere un colpo così da uno alto come Diesel fa comunque impressione. Qui accade una di quelle cose nonsense che però spesso fanno la storia di un match. Ovvero Diesel che dopo la mossa si bulleggia sul ring e non va per il pin, permettendo a Taker di rialzarsi nel suo iconico modo. E Diesel non sembra nemmeno spaventato o stupito dalla cosa. Semplicemente va in loop con la stessa sequenza e di nuovo perde tempo. Ma non lo fa come ad esempio Gunther nella recente WMXL con un senso, lo fa a caso. Tanto per. A Wrestlemania contro l’imbattuto Undertaker! Questa scena illogica è un po’ una fotografia che resta di questo incontro, perché Diesel appare di fatto il primo a non temere minimamente Undertaker. Anche perché l’unica esitazione che mostra al successivo risveglio di Taker la telecamera se la perde. E così vediamo il deadman eseguire prima una chokeslam (con molta fatica) e poi una fantastica Tombtsone sul rivale, che viene battuto senza mai mostrarne una reale caduta. Impressionante comunque vedere il corpo mastodontico di Diesel adagiato al suolo dopo il Piledriver. Una vittoria simile per certi versi a quella che avverrà con Kane, quasi di rapina o comunque non così dominante da parte di Undertaker

Prima del main event torniamo a vedere l’evolversi della situazione tra Goldust e Piper, con i due che arrivano all’arena in macchina con tanto di quasi incidente e giungono poi finalmente sul ring. Diventa un po' difficile guardare la contesa con serietà visto che è un misto tra pugni, tentativi di bacio e mosse a sfondo sessuale tentate da Goldust. Nulla di scandaloso, anzi la cosa intrattiene anche se non capisco in che modo Wikipedia stabilisca la durata di questo scontro in 16 minuti ( quando praticamente ha attraversato tutto il pay per view) ed il vincitore in Piper pur non essendoci ne schienamenti ne sottomissioni. In effetti però sul finale lo scozzese praticamente denuda Dustin e lo mette in fuga dopo una spassosissima e goffa tirata per i pantaloni sul ring. IL pubblico sembra apprezzare quindi il risultato è pienamente raggiunto; il wrestling è anche questo.

Ma ancora piu' difficile è per me giudicare il main event di Wrestlemania 12. Un main event di cui si è sempre scritto tanto è che spesso divide: o lo si ama o lo si odia. Chi mi conosce probabilmente ha già capito a quale categoria io appartenga, ma prima di esplicitarlo vorrei sottolineare come io abbia visto questo incontro almeno 4 o 5 volte per intero, compresa l'ultima di recente ovviamente. E ogni volta che lo guardo ho la sensazione che sapere il risultato e sapere che i 60 minuti terminano zero a zero incide enormemente sulla visione. Questo Iron Man Match infatti metteva di fronte due beniamini del pubblico un po' come accadeva nella famosa Wrestlemania 6, ma la stipulazione era un inedito assoluto per wrestlemania: un incontro della durata di 1 ora, dove si potevano ottenere il maggior numero di "punti" entro il tempo limite. In seguito, negli anni, abbiamo visto diversi (non tantissimi) Iron Man Match pirotecnici, con risultati sempre in bilico ma con tantissimi pin. Questo match segue un canovaccio del tutto diverso e la cosa non mi dispiace affatto: cioè si vuole sottolineare l'importanza incredibile della posta in palio al punto che ogni mossa, ogni manovra, può costare caro e nessuno riesce quindi ad ottenere il momentum per portarsi in vantaggio. Detto questo, con tutte le obiezioni che posso accettare, i primi 25-30 minuti di questo incontro sono un'assoluta agonia. E visto che per molti starò bestemmiando aggiungo anche che il commento di Vince Mc Mahon al tavolo di commento è ugualmente terribile, in quanto appare finto e forzato anche nell'esaltare il nulla (ottimo invece Jerry Lawler commentatore heel che sfotte entrambi i lottatori). E' una mezz'ora di wrestling in cui non succede nulla di rilevante, non ci sono tentativi di pin, c'è giusto un superkick fuori ring al time keeper ed un bel volo di Shawn. Fine. Si dirà che Hulk Hogan e Ultimate Warrior (ma forse nessuno di quell'epoca) non avrebbero potuto fare 60 minuti di match e sarà sicuramente vero. Ma non è che hbk e Hart regalino spettacolo per tutto l'incontro. Anzi. E la seconda mezz'ora va meglio solo in parte con una specifica differenza: la realtà dei fatti, ovvero il sudore e la stanchezza, prende il sopravvento sul match. E' come se la storia reale si mischiasse a quella (debole) raccontata. Facendo risultare l'incontro piu' gradevole ogni muinuto che passa fino a diventare finalmente interessante negli ultimissimi minuti quando dopo una breve fase dominata da Shawn, Bret applica la Sharrpshooter. Micheals riesce a resistere fino allo scaere del tempo e cosi' tutti, pubblico compreso, pensano che il pareggio impilichi il mentenimento del titolo da parte di Bret. E invece si va per i tempi supplementari con il canadese che si fa quasi subito sorprendere da un superkick di shawn. Un secondo Superkick è quello decisivo che permette a Shawn Micheals di laurearsi campione e a Vince Mc Mahon di celebrarlo con la citatissima frase (the childhood dream...eccetera eccetera..). Talmente stanco Shawn che per qualche minuto, forse anche commosso, si dimentica di festeggiare e se ne sta li imbambolato senza sapere bene cosa fare. Insomma un finale in ogni caso da ricordare per un wrestler tra i piu' grandi di sempre, dopo un match, per me, da non considerarsi tra i migliori main event. Ma mi rendo conto che sia questione di approccio alla disciplina.

Si potrebbe quasi dire che questo match abbia dato linfa vitale allo smartismo e alle valutazioni sulle qualità dei match , ma non è questa la sede per fare polemiche. Wrestlemania 12 dunque mette in mostra come detto diverse novità, alcune delle quali atecchiscono, altre meno. E volenti o nolenti, alla faccia anche mia, con un colpo di spugna sul passato ci mostra due nuovi trascinatori della disciplina, così diversi dagli idoli precedenti ma così diversi anche tra loro.

Consigliato per chi non è attaccato al passato e anche per chi vuole vedere Shawn Micheals battere Bret Hart!
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Colosso
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Messaggio da Colosso »

Concordo sul giudizio al main event e anche sul fatto di Vince McMahon pessimo commentatore ai tempi.
Si era entrati nel periodo di massima guerra con la WCW e la WWF cominciava a prenderlo ogni settimana. Vince era disposto a tutto pur di promuovere il suo prodotto e nelle sue telecronache ci metteva un'enfasi esagerata, quasi imbarazzante, esaltandosi per un nonnulla, trovando tutto fantastico, spettacolare, mai visto prima...
Niente a che vedere con la sua versione dell'era gimmick che commentava i Superstars e i SNME con Jesse Ventura: lì era un commentatore davvero eccezionale e si percepiva che il suo entusiasmo era genuino e non forzato..
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ryogascorpio
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Messaggio da ryogascorpio »

E siamo giunti alla 13….

WRESTLEMANIA 13 (prima parte)

Sulla falsariga di quanto anticipato nella precedente edizione anche questa mette in pratica i dettami imparati e da’ un’impronta cinematografica al wrestling, a cominciare dal video introduttivo. Una carrellata di quello che ci aspetta per questa edizione, molto simile a quelle odierne (anche se decisamente meno accattivante).

Non vorrei essere assuefatto ma mi pare che nemmeno qui si parta con America The Beautiful, una tradizione che quindi rispetto a quanto dicevo è stata molto altalenante.

Si parte invece con uno strano match a coppie a eliminazione. Credo fino a questo punto l’opener piu’ affollato della storia di Wrestlemania fino a questo punto: The Headbangers vs The New Blackjacks (tag team in cui combatte il futuro JBL) vs The Godwinns vs Doug Furnas e Phil LaFon. Non un parterre di atleti indimenticabili, credo che possiamo convenire su questo punto. Tra tutti spicca ovviamente Bradshaw che da movenze e look tarchiato ricorda già uno dei piu’ longevi campioni del mondo della storia di Smackdown. Dicevo match strano perché non solo i cambi potevano essere dati a chiunque (modalità mantenuta anche in match recenti) ma potevano essere dati anche ai compagni dell’altro team. Cioè, costringevi due tag team partner ad affrontarsi perché tu davi il cambio a uno mentre stavi affrontando l’altro. La cosa non aveva alcun senso visto che i due avrebbero potuto subito ridare il cambio a qualcuno anziché pestarsi a caso, ma vabbè… Momento molto LOL quando accade. Sinceramente il match per il resto è piuttosto dimenticabile, vincono gli Headbangers e questo potrebbe tranquillamente essere uno dei peggiori opener di Wrestlemania; non c’è nemmeno il titolo in palio ma è un first contender..

Si prosegue invece con un match molto interessante. Non tanto per lo svolgimento, quanto per il fatto che è l’esordio a WM di Rocky Maivia, ovvero, ovviamente, The Rock. Fa un po’ strano vederlo qui, a WM13, dopo averne visto l’evoluzione in Final Boss all’edizione 40. Sicuramente acerbo anche se comunque già discretamente affermato e nella fase (se non erro) del rigetto del pubblico. Il suo avversario è The Sultan che a quanto pare è il futuro Rikishi. Cosa assolutamente impensabile a vederlo visto che ha il volto del tutto mascherato e non usa la tipica mossa del padre degli Usos. A differenza di Austin che 1 anno prima aveva già mostrato tutto il suo repertorio, qui Rock appare davvero ancora molto indietro rispetto ai suoi standard. Si vede che prova a fare mosse di impatto e soprattutto a coinvolgere il pubblico ma i suoi gesti e le sue movenze sono lontanissime dalle iconiche odierne. Sembra proprio “green” come dicono gli americani anche se fisicamente è già ben messo e anche il contesto in cui viene inserito tutto sommato denota l’interesse della WWF per lui. Infatti non solo Rocky vince il match, ma poi è attaccato sul ring da due mostri sacri del wrestling, che accompagnavano The Sultan: Bob Backlund e The Iron Shiek. Col senno di poi uno dei segmenti piu’ starpowersosi di sempre, considerato anche che a salvare Rock arriva addirittura suo padre, Rocky Johnson. Un momento che fosse accaduto una decina di anni dopo sarebbe stato probabilmente uno dei piu’ iconici di Wrestlemania, ma lì the Rock non era ancora The Rock.

Segue un match davvero molto interessante, che vede contrapposti Goldust e HHH. Entrambi coinvolti in match dove non potevano mettersi in mostra l’anno prima, stavolta hanno l’occasione di fare un piccolo capolavoro. Hunter non ha ancora il fisico imponente degli anni da campione, ma ha iniziato ad avere l’atteggiamento da duro che lo contraddistingue e anche il suo parco mosse ne guadagna con l’iconica ginocchiata in corsa e la pedigree (qui venduta splendidamente da Goldust). Inoltre il Triplo ha all’angolo la manager Chyna, una delle wrestler femminili piu’ leggendarie e dominanti di sempre. Che sarebbe anzi riduttivo catalogare come appartenente alla sola divisone delle ragazze. Chyna se ne sta per quasi tutto il match ferma a braccia incrociate ma la sua mera presenza incute timore e pericolo. Goldust per quanto sempre bizzarro e sopra le righe ha qui l’occasione di dimostrare di che pasta è fatto. Contesa discretamente lunga, senza pause, e anche piuttosto coinvolgente per il pubblico, sempre attento ad ogni minimo movimento di Chyna. Alla fine è proprio lei ad essere decisiva in quanto prende al volo la povera Marlena (che stava accompagnando Dustin) e inizia a sbatacchiarla di qua e di là causando una distrazione a Goldust che viene colpito dal Pedigree (che ribadisco impatta come meglio non poteva, non come quelli leggerini fatti adesso). Vince quindi Hunter ed è particolare pensare ora come a WM13 fossero di fronte all’altro l’attuale COO (o come cavolo si chiama) ed il fratello dell’attuale campione WWE. Però davvero un buon match.

Molto meno buono il successivo, un tag team match con in palio i titoli di coppia che sembrava avere un grande potenziale. I campioni sono Owen Hart e British Bulldog ed affrontano la coppia Vader-Mankind. Come facilmente intuibile questa Wrestlemania ha messo i semi della Attitude Era con quasi tutti i piu’ grandi nomi dell’epoca successiva che sono qui agli esordi o quasi. Nonostante ciò il match risulta piuttosto caotico e senza grandi momenti da ricordare. Perfino Owen, notoriamente gradevolissimo da seguire, qui non sembra granchè ispirato. La parte del leone la fa Davey Boy Smith con alcuni suplex davvero impressionanti però appunto nulla di chè, con addirittura l’aggravante di un finale per doppio count out abbastanza nonsense visto che i cattivi non avevano alcun interesse ad ottenere un risultato di quel tipo ed invece Foley (vabbè nella sua pazzia ci potva stare) appplica la Mandible Claw fino al conto di 10 ed oltre). Tra l’altro Mankind e Vader sono qui accompagnati da Paul Bearer, per una volta non coinvolto in storie con Undertaker ma comunque con la sua urna.

E mentre un filmato riepilogativo ci presenta uno dei match piu’ rappresentativi dell’epoca (Bret Hart contro Steve Austin) io mi fermo per ora qui.
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Questa volta siamo un po' in contrasto con le valutazioni. Io ho dato un buon voto al tag team match di Vader e Mankind, ma non più di una sufficienza a HHH vs Goldust. E il match di Rocky è interessante per ragioni storiche ma bruttino per il lottato, mentre il Fatal 4-Way iniziale è veloce e divertente.
Credo che l'unico match su cui avremo giudizi simili sarà Hart vs Austin.
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Colosso ha scritto: 16/04/2024, 15:31 Questa volta siamo un po' in contrasto con le valutazioni. Io ho dato un buon voto al tag team match di Vader e Mankind, ma non più di una sufficienza a HHH vs Goldust. E il match di Rocky è interessante per ragioni storiche ma bruttino per il lottato, mentre il Fatal 4-Way iniziale è veloce e divertente.
Credo che l'unico match su cui avremo giudizi simili sarà Hart vs Austin.
Ci sta. Stiamo parlando comunque di 4 match non indimenticabili, comunque la si guardi.
Sono a dire il vero curioso anche io di commentare Austin vs Hart, che non rivedo da anni
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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E chiudiamo anche la tredicesima edizione

WRESTLEMANIA 13 (seconda parte)

Come dicevo a Colosso il giudizio (ma io preferirei parlare sempre di commento piu’ che di voti) sul match che segue è piuttosto difficile. Per molti è addirittura uno dei piu’ grandi incontri della storia e stavolta preferisco mettere le mani avanti e dire subito ciò che penso. Non lo è, ma è senza dubbio uno dei migliori incontri della carriera di Austin (forse il migliore) e comunque anche di Bret, mai così credibile come in questa occasione. La grandezza di un incontro dipende anche dai gusti e difficilmente un submission match potrà mai essere uno dei miei incontri preferiti. Però sarebbe sbagliato da parte mia non riconoscere la portata storica di questo match, preso a modello anche nel videogioco wwe di qualche anno fa nella storia principale. Austin in un certo senso nasce qui, il suo mito, la sua leggendaria propensione a ribellarsi a qualunque cosa, le stunner a tutti, l’X factor. L’incontro parte mettendo in mostra l’odio tra i due con le classiche mosse da rissaiolo di Stone Cold a cui Hart risponde con la sua magistrale tecnica. E’ una battaglia senza esclusione di colpi e chiaramente anche una Stunner ben assestata serve a poco se non si ottiene la resa del rivale. Sicuramente Bret ha dalla sua un arsenale migliore, ottima ad esempio la figure Four eseguita sul paletto da fuori ring (mossa vista e rivista negli anni ma qui eseguita dall’excellence of execution), ma anche il Texas Rattlesnake si difende bene con manovre comunque credibili. Ma la storia narrata non è quella di un Austin che tiene il passo di Hart sulla tecnica, non avrebbe senso. Al contrario Stone Cold è quello che non molla mai, nemmeno quando il suo volto diventa una maschera di sangue e Bret lo chiude nella temibile Sharpshooter. Certo magari incontri passati hanno avuto momenti piu’ epici, ma il volto di Austin che urla agonizzante e insanguinato rientra di diritto tra le diapositive di un’epoca ed il fatto che questo match lui lo perda, perché sviene e non perché cede, è un qualcosa di piuttosto innovativo (sicuramente inedito a Wrestlemania). Hart ne esce benissimo ma Austin diventa leggenda per il concetto un po’ orientale di morire piuttosto che spezzarsi. Non a caso in un certo senso da questo momento in avanti sembrerà un po’ un personaggio dei fumetti, con finisher random a buoni e cattivi e quella incapacità di mollare alla Goku, alla Rufi (o alla Pegasus per i piu’ grandicelli). Dicevo che non lo considero uno dei piu’ grandi match di sempre, ma il motivo è banalmente che non l’ho visto in diretta. Fosse stato Hogan al posto di Austin credo che l’effetto sarebbe stato ancora piu’ grandioso. Con la differenza che Hulk non avrebbe mai perso…Ad ogni modo sicuramente l’incontro migliore di questa edizione.

Prima del main event c’è un altro incontro a piu’ uomini, dannatamente caotico ma estremamente divertente: la Nation of Domination (Farooq, Crush e Savio Vega) contro i Legion of Doom e Ahmed Johnson in un Chicago Street Fight Match. Qui c’è tutto quello che una stipulazione del genere deve avere: ovvero il caos assoluto. Troppo spesso incontri moderni strizzano l’occhio al nuoto sincronizzato da tanto sono perfetti , sia nella esecuzione che nelle riprese delle telecamere. Diventa troppo evidente il fatto che alcuni spot siano preparati. Qui invece è un delirio, Ahmed Jonoson , che non mi stancherò mai di ripeterlo stupisce per l’agilità nonostante la mole, vola letteralmente da una parte all’altra, passando da non essere inquadrato ad arrivare in favor di telecamera mentre si getta su un avversario. Hawk e Animal assolutamente dominanti come loro solito, con addirittura delle gorilla press su avversari piu’ grossi di loro. Crush qui vestito praticamente identico all’attuale Aj Styles è l'unico che cerca un po’ di limitare i danni, ma alla fine i face prevalgono. Non prima comunque di aver letteralmente inondato il ring di oggetti, armi improprie, bidoni e chi piu0’ ne ha piu’ ne metta. Addirittura vediamo un quasi tentativo di impiccagione ai danni di uno dei Legion of Doom, mentre sul finale il caos cresce al punto tale da diventare in effetti difficile seguire quello che succede. Ad ogni modo come detto vincono i buoni e alla fine la cosa assurda è che il match prosegue anche dopo il conto di 3 come una rissa infermabile fino alla Doomsday Device che mette la parola fine alla contesa.

Ed arriviamo al main event, con la gradevole sorpresa di una comparsata pre-match di Shawn Micheals che come da copione ruba la scena con le sue movenze prima di sedersi al tavolo di commento. Essendo in borgese è divertentissima la sua mimica facciale quando secondo la sua classica sequenza dovrebbe mostrare i muscoli ma ha la giacca e non può. Showstealer anche quando non combatte. Ma a combattere sono due pezzi grossi anni 90, Sid, qui al suo secondo main event di Wrestlemania e ovviamente Undertaker, incredibilmente solo al primo (e per altri 10 anni rimarrà tale). Bellissimi gli ingressi di entrambi, con Taker ormai a suo agio nella iconica accensione delle luci con le mani. Il match sta per iniziare quando dal nulla si palesa Bret Hart che inizia a prendersela un po’ con tutti e finisce bombizzato da Sycho Sid. Nonostante la magra figura ho trovato azzeccato il fatto che i due main eventer dell’anno precedente abbiano avuto un ruolo anche nel main event di questa edizione, in particolare Bret con la sua iconica catchprase “i’m the best there is, the best there was and the best there ever will be”. Purtoppo la presenza di Bret non si ridurrà a questo. Il match finalmente può iniziare e nelle prima fase i due si danno battaglia alla pari con Taker, nel pieno della propria forma fisica, in grado di tenere testa alla fisicità di Sid. C’è però poi una fase di una lentezza spasmodica con alcune prese di Sid davvero interminabili. In generale l’incontro non ha quasi nessun momento da ricordare, se escludiamo l’occasione in cui Sid ribalta la Tombstone di Taker, ma purtropo anche quella sequenza non è sottolineata con la giusta enfasi. Dicevo di Hart e infatti sul finale, e per ben due volte, Bret torna ad interferire colpendo e distraendo Sid in modo da permettere a Undertaker di chiudere con la Tombstone. Una wrestlemania quindi che si chiude con il becchino che festeggia a suo modo sul ring ma che lascia un po’ di amaro in bocca per un incontro che non ha avuto una conclusione degna di un main event di WM.

Wrestlemania 13 è quindi una edizione che pianta diversi semi pronti a germogliare per gli anni successivi e ci regala comunque un momento storico con la genesi di Stone Cold Steve Austin ma anche alcuni match (tra cui quello principale) non indimenticabili.
Consigliato ai fan di Austin e anche a chi ha amato l’Attitude Era e vuole vedere i primi passi dei suoi protagonisti a Wrestlemania
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Undertaker vs Sid, per i motivi detti da te, è da me considerato il meno bello fra tutti i main event di Wm.
Concordo su Austin vs Hart come miglior match nella carriera di Stone Cold ma non uno dei più grandi incontri di sempre come vuole la narrazione di internet.
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Procediamo piu’ o meno spediti

WRESTLEMANIA 14 (prima parte)

Rieccomi in sala di commento. Questa è un’edizione abbastanza chiave nella storia della WWF perché torna in maniera preponderante il rapporto wrestler/celebrità che aveva contraddistinto la primissima edizione. Il video riepilogativo infatti ci mostra un Mike Tyson assolutamente calato nella parte di membro della DX a fare il bello e cattivo tempo, ovviamente contrapposto a Stone Cold Steve Austin, ormai uomo simbolo della federazione. Sarà un main event per certi versi storico che richiama il coinvolgimento di Mohammed Ali a Wrestlemania 1. Ma andiamo con ordine…
L’opener è una Battle Royal a squadre piena zeppa di wrestler, al punto tale da avere una prima fase praticamente statica con i lottatori impossibilitati a fare qualunque tipo di manovra per la mancanza di spazio sul ring. A dire il vero quasi tutto il match è così, una mera sequenza di calci e pugni, con gente buttata fuori un po’ a caso. Non so se sia la battle royal piu’ brutta della storia, ma sicuramente ci si avvicina molto. Peccato perché c’erano gli iconici Legion of Doom addirittura accompagnati dalla mitica Sunny. Il duo (con un nuovissimo ring attire, quasi spaziale) chiaramente vince il match ma purtroppo appunto nulla da ricordare.

Abbiamo poi una grossa novità, il primissimo match valido per il titolo dei pesi leggeri a WM: Taka Michinoku contro Aguila. Questo è davvero un bel match. Inteso ovviamente nello stile cruiser, con mosse ad alto impatto ed un moonsault fuori ring davvero impressionante. Si può dire che sia la prima volta che a Wrestlemania si svolge un incontro di questo tipo, con manovre veloci, voli dalle corde, mosse e contromosse. Il pubblico però sembra davvero freddino, segno che all’epoca questa tipologia di incontro non era granchè richiesta e forse veniva vista un po’ come “artificiale”. Certo le mosse utilizzate oggi le abbiamo viste mille volte, ma per l’epoca avrebbero dovuto rappresentare una novità e invece… Ad ogni modo vince Taka e l’incontro mi ha intrattenuto molto piu’ della battle royal.

A sollevare le sorti di questa edizione ci pensa il terzo match, Triple H contro Owen Hart con in palio l’European Championship. Va detto subito che il Triplo ha ormai raggiunto non lo status ma lo stile che tutti conosciamo. Con questo atteggiamento da duro ed il fisico imponente. Qui è di nuovo accompagnato da Chyna che è ormai diventata una vera e propria icona della federazione anche se non l’abbiamo ancora vista salire sul ring a Wrestlemania. Il suo status è però quello di un vero e proprio pericolo pubblico, tanto che la stipulazione speciale del match prevede che la stessa sia legata tramite manette a Sgt Slaughter, qui nel ruolo praticamente di guardia . Nonostante l’ex campione del mondo sia piuttosto imponente fa davvero impressione vedere come Chyna appaia una minaccia costante, anche se tenuta sotto protezione. La sua fisicità, unita alla posa da statua che assume, la rendono insidiosa anche nonostante i tentativi di Slaughter di smuoverla con grande fatica di qua e di là. Con le debite proporzioni si può quasi dire che Chyna fosse la Andre The Giant del wrestling femminile, davvero un qualcosa di fuori dagli schemi e di decisivo per la mera presenza a bordo ring. Avversario di HHH è Owen Hart, che purtroppo non riesce ormai da anni a tornare ai fasti dello scontro col fratello ed è sempre invischiato in contese comunque minori, per quanto importanti. Per tutto l’incontro Owen mette in difficoltà HHH ma alla fine , dal nulla, Chyna si libera momentaneamente del suo controllore gettandogli polvere in faccia e, rapida come una faina, colpisce Hart alle parti basse. E’ il momento che Hunter attendeva per colpirlo con la Pedigree (di nuovo ottimamente connessa, non come quelle floscie degli ultimi anni) e vincere il match. Due ottimi atleti sul ring, ma vera vincitrice è Chyna.

C’è poi una contesa al limite dell’assurdo. Un video ci presenta l’incontro e vi giuro che, non avendolo visto all’epoca, non ho capito NULLA della storia. Sable sta con Marc Mero, ma questi ad un certo punto la schifa perché gli ruba la scena e allora prende come sostituta…Goldust, vestito da donna. Ma poi salta fuori Luna Vachon e Sable è gelosa non ho capito di chi e alla fine si finisce con un tag team match: Marc Mero e Sable contro Goldust e Luna. Anzi per essere precisi il fratello di Cody è qui presentato come “the artist formerly known as Goldust”. E lungi da me fare body shaming ma le condizioni fisiche di Dustin in questo incontro sono assolutamente imbarazzanti, con un ring attire, una pittura facciale e dei capelli terribili…e almeno 15 kg di troppo. Praticamente irriconoscibile. Addirittura nei primi minuti, anzi secondi del match, cerca di dare il cambio per errore a Sable anziché a Luna. Una roba grottesca. Ma nonostante questo,. Col passare dei minuti l’incontro incredibilmente ingrana. Sable è una vera rivelazione, una furia sul ring con una aggressività ben recitata e anche un parco mosse inaspettato per l’epoca. Al contrario Luna Vachon piu’ che scappare di qua e di là non fa molto altro. Goldust e Mero si trovano comunque bene sul ring e ci sono anche un paio di cosidetti falsi finali che mandano in visibilio il pubblico, molto partecipe soprattutto grazie Sable. Alla fine trionfano proprio i buoni…io non ho capito esattamente cosa ho visto ma come già in passato è stato divertente e quindi hanno avuto ragione loro.

Ho dimenticato di dire che in precedenza avevamo avuto anche un segmento parlato di The Rock, ormai perfetto nei panni di futuro people’s champ. E proprio The Rock arriva sul ring per difendere il titolo intercontinentale contro Ken Shamrock (gran fisico il suo!). Dwayne è qui nella fase nation of Domination e vediamo anche un video recap della celebre sediata rifilata proprio a Shamrock ma anche un piccolo litigio con Farooq, colpito a sua volta. Ormai le storyline piu’ importanti vengono giustamente quasi sempre riassunte prima dei match e la cosa non ha ancora i livelli cinematografici attuali ma è un enorme passo avanti rispetto alle prime edizioni (e per prime intendo almeno fino alla 11). L’incontro parte forte ma poi viene fuori quello che è il bello o anche il brutto dell’ Attitude Era, cioè il fatto che poco importava la qualità del lottato ma era importantissimo che accadesse qualcosa di sopra le righe che rendesse avvincente un match. Così il focus è chiaramente sulla sediata che The Rock torna ad infliggere a Shamrock ma che non basta a fargli vincere il match. Anzi a dire il vero perfino il People’s Elbow, qui usato senza l’iconica preparazione come una mossa normalissima, non ha effetto. Rocky finisce vittima di una dolorosissima Ankle Lock e sembra giungere in suo aiuto Farooq che però, memore del colpo subito a Raw, tradisce il compagno e non lo aiuta. The Rock quindi cede e perde il match, ma Shamrock non molla la presa. Forse il tutto vuole essere una citazione di Austin vs Bret dell’anno prima, con l’immagine di Rock sanguinante molto simile a quella di Stone Cold. Qui però è tutto un po’ sopra le righe con Shamrock che insistendo nella sua mossa finisce col causare la reverse decision dell’arbitro che restituisce vittoria e cintura a Dwayne. A volte sapete che amo i dettagli e ci sono mille modi per essere portati fuori in barella, ma The Rock riesce a rendere anche questa cosa banale divertente, col corpo martoriato e tutto scomposto a dimostrazione del pestaggio subito. Che ovviamente continua dopo che l’arbitro ha cambiato il verdetto. Un match che sul ring mostra poca roba ma che è emblematico della nuova era e ed è probabilmente decisivo per l'evoluzione di The <rock come main eventer e uomo capace di attirare attenzione per ogni cosa che fa.

Mi fermo con la solita pausa prima della seconda parte
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Hai colto bene la peculiarità dell'Attitude: non era importante i l lottato ma la storia dentro il match. In quasi tutti era presente un colpo di scena che lo faceva ricordare e distinguere dagli altri.
Come dici giustamente, la Battle Royal di apertura forse è la meno bella della stoia. E la freddezza del pubblico nei confronti dei cruiser andò avanti per molti anni, fino all'avvento di Rey Misterio che (purtroppo per noi) rese cool e popolare quello stile.
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Messaggio da Colosso »

Aggiungo una curiosità storica:

L'intervista di Rocky nel backstage a Wm 14 può sembrare un suo promo come tanti altri. In realtà è un punto di svolta importantissimo, perchè è proprio qui che viene usata per la prima volta la catchphrase "Do you smell what the Rock is cooking?".
In quel periodo nella Nation of Domination Rock costituì tutti i tratti caratteristici del suo personaggio. Pure il People's Elbow all'inizio si chiamava Artistic Elbow ed era una mossa come tante altre usata nel corso dei match.
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RedandYellow
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Messaggio da RedandYellow »

Una delle mie Wrestlemania preferite di sempre! All'epoca la vidi un paio di giorni dopo, dovetti aspettare che mi mandassero la VHS, rigorosamente spoiler free, fu una serata meravigliosa, difficile da dimenticare e non riesco a trovare punti deboli sinceramente, e pensate che al RAW successivo si presentò a sorpresa Syxx dalla WCW sparandone di tutti i colori su Bischoff e la federazione... mamma mia che tempi
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ryogascorpio
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Messaggio da ryogascorpio »

Ed ecco la seconda parte

WRESTLEMANIA 14 (seconda parte)

Si parte con un match di quelli folli che piacciono a me, la coppia hardcore formata da Mick Foley (qui Cactus Jack) e Terry Funk contro i New Age Outlaws, ovvero ovviamente Billy Gunn e Jesse James. Qui con la loro iconica frase di apertura ancora in fase embrionale. L'incontro è folle innanzitutto perchè mette assieme due dei wrestler piu' dediti alla violenza sul proprio corpo di sempre (forse I DUE piu' dediti in assoluto) e lo fa in un match dove lo scopo è mettere gli avversari dentro un cassonetto dell'immondizia. Una stipulazione già vista in forme simili ma mai a Wrestlemania e direi assolutamente perfetta per l'occasione. Si comincia quindi con colpi estremi, con chiaramente Funk in prima linea a prendere badilate in faccia e rantolare qua e là per l'arena. Gran parte dell'incontro si svolge infatti fuori dal ring con a turno tutti e 4 i wrestler che finiscono nel cassonetto salvo poi uscirne poco dopo. La stipulazione prevede infatti di essere letteralmente chiusi dentro per perdere e questo dà modo all'incontro di essere avvincente, come quando i due face sembrano sconfitti ma dal nulla Foley prende il coperchio prima che si chiuda e tiene vivo il match. E' piu' o meno la stessa idea del casket match, ma col vantaggio di avere molto spazio per combattere anche dentro al cassonetto. I New Age Outlaws dominano buona parte del match ma Foley e Funk sono irriducibili e resistono fino al gran finale con Funk che utilizza una sorta di muletto per trasportare Gunn e James dentro un altro casonetto posto nel backstage, chiudendoli dentro e ottenendo la vittoria del match. Una classica contesa a favore dei face a Wrestlemania , ma ci sta considerato anche che c'erano in palio i titoli tag WWF ed il pubblico voleva fortemente la vittoria dei buoni

Ma passiamo a probabilmente l'incontro piu' famoso di questa edizione e forse anche il piu' celebre della streak di Underatker almeno fino alla faida con hbk e hhh. Ovvero lo scontro "fratricida" con Kane. Va notato innanzitutto che il video recap che riassume i contorni della sfida è il piu' lungo non solo di questa edizione, ma credo di tutte le dizioni precedenti. Anzi oserei dire che sia il video tra i piu' lunghi che io abbia mai visto. E questo perchè la storia del fratello di Undertaker, pensato bruciato vivo da giovane, che invece torna per avere vendetta è la cosa piu' "cool" di quegli anni ed è ad oggi forse la piu' grande storyline mai imbastita dalla WWF o WWE. E' forse la prima volta che il wrestling diventa davvero cinema e racconta eventi in modo così emozionante, al punto da rendere questa storyline utilizzata svariate volte negli anni, facendo letteralmente scuola. A cominciare dall'esordio di Kane tutto è apparecchiato per lo scontro a Wrestlemania. Mai nessuno prima d'ora, nemmeno Gian Gonzales, aveva rappresentato una tale minaccia per il Deadman, che si ritrova in una situazione simile a quella di Bret con Owen, non volendosi scontare con Kane. Ma la differenza la fa il fato che qui si pala letteralmente di odio, di morte, di fiamme e di dolore. In una maniera mai così forte. Faccio questa premessa perchè ovviamente il match è un match molto particolare. Sono die mostri a confronto. Non ci sono momenti divertenti, non c'è leggerezza, non ci sono mosse da wow (salvo forse una). E' uno scontro che va visto conoscendo la storia altrimenti, detto a denti stretti, può anche annoiare e sembrare uno scambio lento di colpi. Comunque la si veda vediamo anche un fantastico volo fuori ring di Taker e per la prima volta in asoluto qualcuno uscire dalla Tombstone del becchino. Per ben due volte! Chiaramente anche qui avendo già visto il kickoit di Micheals a WM25 la cosa può sembrare non cos' clamorosa, ma negli anni 90 lo era eccome. Alla fine però ancora una volta Undertaker reagisce e con una terza Tombstone ottiene la vittoria. Kane però si riprende poco dopo e spalleggiato da un Bearer castano ed irriconoscibile si pone come una minaccia futura tutt'altro che abbattuta.

E arriviamo al main event. Penso uno dei migliori ME di Mania di quegli anni e forse nella top ten (ma qui mi riservo di vederli tutti) all time. Infatti di fronte abbiamo Shawn Micheals, campione del mondo, e Steve Austin, all'apice della sua popolarita' e in ascesa come uno dei piu' grandi face all time (qui c'è poco da parlare dei miei gusti, la sua popolarità non si discute. E in piu' abbiamo a bordo ring Mike Tyson. Non quello odierno, ma quello del 1998, ovvero una celebrità pazzesca. Forse, dico forse, questo match avrebbe potuto essere ancora piu' bello se Shawn non avesse avuto problemi alla schiena, ma in realtà ritengo che la sua lotta nonostante il dolore renda la contesa ancora piu' epica. Dopo una prima fase molto basata sul carisma dei protagonisti e qualche interferenza esterna (DX subito caciata dal ring e Tyson molto fiacco nei tentativi di colpire Austin, ma poi capiremo perchè) si inizia a vedere un HBK in gravissima difficoltà. Al di là di cio' che si può leggere, vedendo il match il dolore ala schiena si percepisce in ogni cosa che Micheals fa. Dalla camminata, a quando piega le ginocchia prima di sollevare Stone Cold, a ogni imprecazione, ogni singolo movimento. E' quasi straziante da quanto è realistico, anzi reale. E sicuramente alcuni momenti sono meno fluidi e piu' lenti, ma tanto di cappello a quello che Micheals è riuscito a fare nonostante la schiena. Difeto secondo me del match è che il focus è quasi piu su Hbk e su Tyso che non su Austin che alla fine emerge proprio e solo sul finale. Con l'arbitro a terra Shawn prova due volte la Swet Chin Music ma Austin la ribalta e connette la Stunner- Ne basta una. In un lampo Tyson sale sul ring e conta il tre velocemente. Forse troppo al punto che il match sembra quasi finire troppo presto. Sì c'è JR che urla Stone Cold tre volte (sarò blasfemo ma dei due io preferisco mille volte the King che almeno si domanda cosa caspita stia facendo Tyson) però tutto appare un po' improvvisato, compresa la reazione di Tyson stesso, davvero poco a suo agio nel recitare. Però c'è un però grosso come una casa. Ovvero Micheals che si rialza e vede Stone Cold dare al pugile la propria maglietta al post di quella della DX. E qui quindi capiamo il doppio gioco di Tyson ma soprattutto lo vediamo fare quello che sa fare meglio, ovvero tirare pugni. In un segmento infatti visto e rivisto migliaia di volte Micheals e Tyson vanno a muso dure e Iron Mike mette KO Shawn con un destro micidiale, DANNATAMENTE PERFETTO nells sua esecuzione (ovviamente) ma anche nella reazione di Michelas che finisce steso a terra. Questo tecnicamente non è parte del match ma è come se lo fosse ed è una di quelle cose che si ricorderà per sempre. Una di quelle fotografie di 'epoca, cartoline di un'edizione. Wrestlemania 14 è stato anche soprattutto quel momento.

Si chiude quindi una edizione che ancora una volta porta altri elementi nuovi, per un'era che nasce con idee prese dal passato ed altre piu' moderne. Con un main event da ricordare, la storia dei fratelli e la genesi di The rock...tanta roba, assieme anche a cose meno riuscite come d'altronde in quasi tutte le edizioni.

Consigliato per i fan dell'era Attitude e di quando il wrestling, forse per l'ultima grandissima volta (fino a oggi), mischiava lottatori e celebrità nel main event dello show piu' importante dell'anno
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

Messaggio da Colosso »

L'infortunio di Michaels ha limitato pesantemente le possibilità del main event: poteva ergersi su un piano superiore se avessimo potuto vedere i suoi svolazzi e il suo solito overselling.
Ciononostante si è trattato di un incontro piacevole, sebbene non un capolavoro.

Undertaker vs Kane è stato lento a tratti ma la sequenza della doppia uscita dalla Tombstone è indimenticabile. La prima volta mi lasciò letteralmente senza fiato. Peccato che la rivalità andò avanti senza che Kane raccogliesse una sola vittoria di spessore, perlomeno in ppv.
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Rieccomiiii

WRESTLEMANIA 15 (prima parte)

Dove eravamo rimasti dunque? In piena era attitude, e infatti questa edizione di Wrestlemania è quella che consacra uno dei feud piu' importanti della storia del wrestling, senza dubbio il piu' importante di quell'epoca: ovvero The Rock contro Stone Cold Steve Austin.
Ma prima ovviamente c'è un ricco contorno di match (anche se devo dire che un po' mi manca il "pompare" il main event come si faceva nelle primissime edizioni) oltre al ritorno di America the Beautiful come intro, che non mi mancava affatto.

Si parte con un Triple Treat Match con in palio il titolo Hardcore, una cintura che non mi ha mai davvero entusiasmato visto che veniva utilizzata quasi come il titolo 24/7 di R Truth, con cambi repentini e raramente in match memorabili. Peccato perchè questo opener aveva il potenziale per essere un classicone con Billy Gunn qui in forma smagliante, il bizzarro Al Snow con la sua testa al seguito e il mitico (per noi che vedevamo Italia Uno) Hardcore Holly, perdente di lusso ma qui agli albori della sua carriera. Senza dubbio non tre main eventer ma personaggi che si lasciando ricordare. Ma nuovamente (quasi come se l'era attitude si rifacesse per assurdo ai primissimi anni di quella gimmick come già visto a wm14) l'incontro è molto breve, quindi non è che ci sia molto da raccontare. Ok, chiaramemte abbiamo il momento folle di Al Snow che prende a testate (non sua) gli avversari ed incredibilmente a vincere è proprio Hardcore Holy che io ricordo per essere invece un jobber cronico verso fine carriera. Poca roba come inizio ed ecco perchè, ribadisco, a maggior ragione Owen vs Bret di WM 10 continua a spiccare...era un periodo dove Wrestlemania puntava tanto sui main event e poco sugli inizi, cosa invece oggi considerata molto piu' importante. Così come spesso ho detto che il passato va visto con gli occhi di quell'epoca, è anche giusto ricordare che molte cose attuali sono fatte meglio perchè figlie di errori fatti e migliorati.

Secondo incontro con la coppia formata dall'appena citato Owen Hart e Jeff Jarret, che difendono il titolo contro DLo Brown e Test. Match ancora piu' breve del precedente, meno di 5 minuti, che però ha un signor finale con lo schienamento decisivo a favore dei face che causa maretta tra Brown e Test e mostra una volta di piu' la bravura sul ring di Owen, che però ha ormai perso la patina di fratello di Bret e naviga un po' nel disinteresse lontanissimo dal main eventing. Vedendolo coinvolto comunque in così tante edizioni di WM inizio a pensare che qualche colpa l'abbia avuta anche lui se non è riuscito a sfondare: in pratica dava il meglio di sè in relazione al fratello (anche come King oh Harts indirettamente) e non con le proprie gambe.

C'è poi uno stranissimo incontro di boxe, pura. Non una sorta di versione romanzata o parodistica come nel caso di Mr T e Piper. Un vero incontro di boxe, pur coi limiti della predeterminazione, tra Butterbean (che era un pugile per davvero) e Bart Gunn. Una sorta di squash al roun uno, con un rapidissimo ko tecnico a favore del pugile che magari era anche tifatissimo e famoso all'epoca, però mi lascia un po' stranito per come il tutto viene gestito. Il mixare boxe e wrestling è sempre stata un po' una mania americana, ma qui a WM 15 la cosa non mi coinvolge del tutto, per quanto i pugni, quelli sì. sono sembrati tutto fuorchè finti. In un era attitude tutta improntata sullo spettacolo, questo match invece si presta pochissimo alla baldoria ed è quasi piu' sullo stile odierno del match sportivo. Parantesi particolare in questa Wrestlemania.

E si va avanti con un altro incontro curioso. Mankind contro l'esordiente (a WM, sempre meglio specificare) Big Show con in palio...il posto di arbitro nel main event tra Rock e Austin. Senza entrare troppo nel dettaglio della storyline, è interessante vedere il gigante entrare qui con la Theme music di Vince mc Mahon. Ed in effetti tutto gira attorno al fatto che Vince non voglia Foley ad arbitrare per cui si presuppone che favorisca Big Show. Solo che Big Show se ne frega di tutto e dopo pochissimi minuti di match inizia a pestare Mankind in modo scorretto facendosi squalificare.A quel punto succede il finimondo con Mc Mahon (qui per la prima volta nelle vesti di Mr Mc Mahon heel praticamente) che arriva sul ring e insulta il gigante, finendo però messo ko da un suo pugno. Questo genera a catena l'ira furibonda del boss che nel backstage minaccia di chiamare la polizia per fare arrestare Big Show, cosa che avverrà in effetti di lì a poco. In tutto ciò Foley si ritrova vincitore nonostante la sua unica manovra offensiva sia stata quella di utilizzare Mr Socko su Big Show. Però come sapete a me queste contese con tanto overbooking in genere piacciono e non stufano mai. Quindi in particolare il segmento con Vince sul ring lo approvo alla grande

Abbiamo poi un Fatal Four way con in palio il titolo intercontinentale. Match a eliminazione dove il campione Road Dogg difende il titolo dagli assalti di Goldust, Ken Shamrock e Val Venis. Va detto subito che Road Dogg è incredibilmente tifato. Non solo dunque quando nei New Age Outlaws o nella DX, ma proprio emana un carisma naturale. Di rado nella Attitude Era (perlomeno a WM) abbiamo visto e vedremo grandi match dal punto di vista del lottato, però la presenza scenica di alcuni personaggi rende comunque incontri come questo gradevoli. Un altro wrestler che basava molto piu' sulla gimmick (sì perchè per me queste sono ancora gimmick, altro che attitudini...) era Val Venis, che potremmo definire in maniera edulcorata...un seduttore. Una sorta di versione hard di Rick Rude. E tutte le sua movenze e soprattutto la voce, risultano assolutamente esilaranti. Non malaccio nemmeno sul ring tra l'altro, avendo comunque un notevole fisico. Goldust qui fa il compitino e non ha grandi possibilità di mettersi in mostra (a pare quando simula un rapporto....non convenzionale con Val venis). Shamrock è invece decisivo quando dopo una ankle lock su Vanis finisce con lui fuori dal venendo squalificato. In preda all'ira però mette ko entrambi gli avversari e di li' a poco Road Dogg sfrutterà una interferenza sbagliata da fuori ring per mantenere il titolo. Alla fine solito leit motiv, match rapido che non annoia ma nemmeno lascia il segno.

E giungiamo invece ad un match che esce un po' dagli schemi dell'era attitude, perchè mette di fronte due grandi nomi della storia del wrestling, seppur ancora agli inizi della loro carriera: Kane contro Triple H. sarà l'abitudine a vederli sullo stesso ring (in mille salse diverse, non ultimo il match in Arabia o la collaborazione nell'Authority), però è quasi naturale considerare il loro incontro piu' moderno degli altri. Con Kane molto piu' rapiodo e fluido rispetto al match con Taker e Triple H, seppur in gran forma fisica, a fare la parte del topo che scappa e vola qua e la e fuori dal ring di fronte allo strapotere della Big Red Machine. A dire il vero all'inizio HHH aveva cercato di prendersi un vantaggio attaccando Kane alle spalle e l'inganno era riuscito anche perchè il "fratello" di Undertaker aveva già dovuto subire un attacco poco prima. Mi sono infatti completamente dimenticato di raccontare che già a WM 14, Pete Dunn , leggenda del baseball, era rimasto vittima della Tombstone di Kane. Un anno dopo, vestito da "pollo", Dunn aveva provato a cercare vendetta finendo nello stesso identico modo. Diventerà una di quelle tradizioni e inside jokes di Wrestlemania anche se purtroppo funziona sicuramente di piu' per gli americani amanti del baseball. Ad ogni modo i telecronisti (Jerry Lawler sempre splendido al commento) avevano ipotizzato che proprio HHH si nascondesse sotto le spoglie del gallinaceo. E invece il vero attacco a sorpresa avviene poco dopo, con un low blow che permette al Triplo di partire subito forte. Kane però è nella sua fase mostro indistruttibile e in breve recupera il controllo del match- C'è però la solita variabile Chyna, che nella storia aveva tradito HHH per passare dalla parte di Kane (dopo che questi l'aveva erroneamente colpita con una specie di palla di fuoco). E invece ,dopo che Hunter era stato messo ko con una Chokeslam, Chyna arriva sul ring e prende assediate il povero Kane, che a quel punto vince l'incontro ma resta ko sul ring (dopo anche una pedigree) mentre HHH si allontana riunito alla sua bodyguard. Non sarà stata la reunion tra Miss Elizabeth e Macho Man ma è comunque un momento da ricordare-

E con il quale vi do appuntamento alla seconda parte
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Re: Tutte (ma proprio tutte) le edizioni di Wrestlemania match per match

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Wm 15 è stata definita da molti come un normale Raw di quei tempi, solo allungato a 3 ore. Non ci sono match che spiccano particolarmente per la loro bellezza, a parte forse il main event che comunque è stile Attitude al 100%.
Nelle mie pagelle questa edizione ha la media voto più bassa insieme alla 11, ma ha comunque dei momenti apprezzabili se la si vede come una soap-opera più che un evento sportivo.
Comunque Ryoga, la leggenda del baseball è Pete Rose, non Pete Dunn.
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